IL PUNTO DI LUCA COSTA

IERI
Alzi la mano chi di quelli a Forlì sabato scorso non è uscito dal Villa Romiti con l'amaro in bocca! Così va bene. Nessuno.
Ci speravamo. Ci speravamo e ci credevamo, noi emigranti giallo-neri; soprattutto dopo i primi due quarti esaltanti in cui ce la siamo giocata alla pari con la capolista. E che capolista!
Poi, colpa di qualche ingenuità tattica, un po' di stanchezza, alcune fischiatine modello "Juve delle Alpi", e con le mani roventi dei forlivesi (a proposito, se volete una primizia, Forlì quest'anno vince un tubo, parola dell'ultimo boy-scout) eccoci serviti con 19 bignè già incartati e pronti da portare a casa, sinceramente troppi, per chi ha visto la partita.
Ma la realtà resta immutata, e cioè che quasta Toyota giovane ed ingenua quanto grintosa e sempre spregiudicata, con il ghigno Bonaiuti e l'imperturbabilità di Sciarabba, ci ha fatto riscoprire la gioia di osare. E di crederci contro chiunque. Soecialmente dopo il colpo di Ozzano e la suonata a Cento.

OGGI
Montegranaro è una bella squadra, forse la migliore del girone per completezza nell'organico ed equlibrio nei ruoli.
Euro spesi parecchi, e ambizioni d'alta classifica altrettante.
Stanno quattro punti dietro, ma questo non vuol dire niente.
Sarà una delle partite più difficili dell'anno e la gang di Sally dovrà darci di brutto se si vuole continuare il cammino in casa, cosa che in B1 è fondamentale.
Che i marchigiani chiudano l'anno in alta classifica è più che probabile. Tocca a noi rallentargli la salita di una domenica.
Buona partita a tutti.

DOMANI
Ormai la B1 la conosciamo, è così da anni. Prima metà della stagione dove l'equlibrio regna sovrano, classifica corta e davanti si vedono anche due o tre di quelle squadre che i "poveri" giornalisti di Superbasket avevano classificato con una o due misere stelline (o pallini) colpevoli solo di aver comprato al mercato sardine e merluzzi anziché aragoste e gamberoni.
Poi nella seconda metà, tornano a galla gli squadroni, stretti dalle morse dei presidenti che hanno speso, e a tavola vogliono essere i primi. Arrivati perciò a maggio ci si accorge che gli equilibri ipotizzati su carta a settembre non erano poi così sballati.
Una sorpresa o due ci sono sempre, come ci sono sempre un paio di delusioni, a pareggiare la bilancia. E' sempre cosi, anno dopo anno.
E allora senza gufarla a nessuno (tanto meno a noi altri), questa giovane Virtus da salvezza è solo una cometa d'inizio stagione o corre per il posto di sorpresa finale? Chi lo sa!
L'unica ricetta che ha dimostrato funzionare in questo torneo è quella del sudore, degli animi sereni e dei piedi sempre ben appoggiati a terra.

Luca Costa