IL PUNTO DI PIERO PETRINI

Imola - Ancora otto giornate e poi calerà la tela sulla prima stagione della nuova era in casa Virtus. Proprio a metà del girone di ritorno, con sole sette partite da fare, la Toyota occupa il quarto posto in classifica, con due soli punti di vantaggio sulla nona (prima esclusa dal play-off), ma sei sulla undicesima e cioè sulla prima di sei squadre che la salvezza se la giocheranno al play-out. Gli imolesi hanno fin qui vinto 14 volte su 24 e al paragone con le ultime stagioni (pressappoco a questo punto del campionato) questa Virtus ci fa davvero una gran figura, nonostante i budget si siano ridotti e la filosofia di costruzione della squadra sia cambiata.
Per capire la portata del torneo che stanno disputando Bonaiuti e compagni, basta dare un'occhiata al cast di squadre che sta correndo nelle posizioni di classifica vicine alla Virtus, per capire che questo torneo vale tanto, in assoluto, ma soprattutto in rapporto alle attese estive.
Galassi e Lo Presti si affidarono a Stefano Salieri e Stefano Penzo, che anziché tenersi o chiedere giocatori costosi, di nome o di esperienza, si sono costruiti una squadra giovane e pescando più che altro dalla B2 i giocatori fidati, per costruire una intellaiatura di squa-dra, che fin qui è stata la cosa più evidente, aldilà dei risultati per ora più che lusinghieri, se non entusia-smanti.
La Toyota ha vinto tanto, magari non ha spesso sfodera-to gioco scintillante o spettacolare, però sul campo ha sempre mostrato un volto e una identità. Sfruttando al massimo le proprie capacità tecniche e fisiche (per altro non eccelse) ha quasi sempre battuto le squadre di spessore medio basso, ma ha talvolta mostrato la corda contro le più forti. Ha fatto il massimo e anche qualcosa di più, specie in quelle partite (i derby più sentiti, o le sfide chiave per la classifica) in cui le risorse morali valevano doppio e nonostante qualche ingiusta critica che gli è piovuta addosso negli multimi tempi, il Salieri 2 per il club giallonero è stato un vero e proprio affare (come lo fu Giorgio Tampieri) nel rapporto prezzo qualità degli organici a disposizione.
Il coach castellano che chiuse malamente la sua prima esperienza alla Virtus di Augusto Brusa, sia per la giovane età, ma pure per un organico inadeguato, ha dimostrato nella propria carriera di sapere lavorare in modo più che egregio col materiale povero (anche perché quello ricco non glielo hanno quasi mai affidato), che anche via Pisacane gli poteva offrire seppure con grande dignità e ottima organizzazione. Grazie a questo tecnico, che come tanti suoi colleghi può anche sbagliare qualche cambio di giocatore o tipo di difesa, la Virtus ha scoperto una programmazione fondata sui giovani, che da tempo non conosceva, ma che poi andrà completa-mente verificata negli anni futuri.
Domenica con la Casertana (seconda squadra della città campana, ma solo per ordine d'apparizione in B1) la Toyota si gioca un bel pezzo di play-off, perché, proprio come già capitato con Castel San Pietro c'è una vittoria in trasferta dell'andata da bissare e un altro prezioso 2-0 da mettere in saccoccia e da fare fruttare alla fine in caso di arrivi al fotofinish. Per ora i gialloneri sono da play-off e questo capita dall'inizio della stagione: se riusci

ranno a mantenere questo piazzamento fino in fondo, oltre che un evento raro delle ultime annate virtussine, sarebbe un gran risultato. Naturalmente con una firma più nitida di altre: quella del tecnico.


Piero Petrini